Privata

La costruzione davanti alla quale ci troviamo pare ambigua: crea una barriera ma non impone una chiusura, segna un confine preciso ma lo lascia valicabile. L’imponente creazione genera a tutti gli effetti una sospensione dello spazio e del tempo: mette in crisi la concezione di dentro/fuori, di prima/dopo. Sembra che nell’ultimo decennio gli spazi privati abbiano colmato a loro favore un vuoto dettato dallo screditamento che le politiche pubbliche hanno operato nei confronti dell’arte. L’opera mette in luce la contraddizione generata da questo ribaltamento di potere e di ruoli. Non è scontato definire davanti a questo cancello in che posizione ci si trovi. Che differenze implica oltrepassare il cancello o rispettare il radicamento di una convenzione? Quante volte conosciamo la natura del luogo in cui ci troviamo?